
Secondo una ricerca pubblicata questo mese sulla rivista Science il 10 per cento della popolazione ha problemi legati a disabilità specifiche di apprendimento come la dislessia, la discalculia e l’autismo. Ciò significa che in ogni classe mediamente ci sono due o tre alunni che hanno difficoltà o un disturbo di apprendimento. Spesso, come viene peraltro evidenziato dagli autori di questa ricerca, i bambini presentano più di una difficoltà e la diagnosi che si riscontra in fase di valutazione difficilmente è pura.
Il caffè potrebbe renderci più intelligenti. E’ quanto sarebbe emerso da uno studio americano su alcuni roditori da laboratorio, condotto da Serena Dudek ed altri ricercatori del National Institute of Envrimontal Health Sciences di New York, e pubblicato anche sulla rivista Nature Neuroscience.
E’ giusto regalare dei soldi ai bambini quando hanno buoni voti a scuola? Se lo chiede il dottor Steven Reiss, psicologo americano, autore del saggio Six motivational reasons for low school achievement, che estende la questione ad un campo più vasto dell’ambiente familiare, ovvero a quello che fanno le istituzioni per incoraggiare gli studenti a proseguire gli studi, a migliorarsi e ad eccellere. Un problema molto sentito negli USA dal momento che circa un quarto degli studenti abbandona la scuola prima di aver conseguito il diploma.
Il concetto di apprendimento è spesso collegato esclusivamente al campo scolastico e universitario. Si nasce, si cresce, si studia e, quando si arriva nel mondo del lavoro, ci si allontana il più possibile dai panni di studenti.