Felicità, cercarla nei momenti belli del passato

 Alla ricerca della felicità sulle orme, quasi sempre, di un cogli l’attimo fuggente o sogna ad occhi aperti un futuro roseo. E il passato, dove collocarlo in questo percorso?

Un suggerimento utile arriva da un recente studio pubblicato sulla rivista Personality and Individual Differences, a cura di un’équipe di ricercatori afferente alla San Francisco State University.

Cambiamento, il rifiuto come punto di partenza

 Cambiamento, quel dinamismo vitale che è diventato parola chiave di leader politici del calibro di Obama, quella spinta ad un modo di vivere, di guardare alla realtà, di costruire il mondo in maniera diversa da quella attuale.

Cambiare inteso come migliorare, certamente, ma da dove cominciare? Molti esperti di life coaching ci raccomandano di avere ben chiaro il punto di arrivo delle nostre aspettative ma non è un compito sempre facile, alcune volte c’è nebbia fitta su come si vorrebbe essere, dove si vorrebbe andare, con chi. Se la mission non è ben definita, ed in molti casi non c’è da preoccuparsi perché si delineerà lungo il percorso, che fare per iniziare a cambiare? Beh, se non sai dov’è l’uscita, avviati verso l’entrata…

Le buone abitudini sono cattive

 Rivelazione scioccante quella di un recente servizio de “La Repubblica”, che condanna i modi comuni di fare legati alle care buone abitudini della nonna, che tutti sin da piccoli siamo abituati a seguire. Fatto sta che buona parte di queste, invece di essere utili, sarebbero veramente cattive e potrebbero essere inutili. Secondo quanto dichiarato, vediamo alcuni punti che non sarebbero proprio vantaggiosi per il nostro corpo umano. Primo punto da esaminare è il rapporto tra il corpo umano e l’acqua, ovvero il semplice lavarsi.

La ricerca condotta dalla Cranley Clinic di Londra si basa sul rapporto uomo – doccia. I lavaggi troppo frequenti, oltre che lunghi e caldi con i bagnoschiuma che sono molto aggressivi, eliminano dalla pelle i suoi oli naturali e ne alterano il PH. Questo vuol dire mettere la pelle a rischio infezioni.

Poker come regola di vita

 Sembrerà assurdo quello che stiamo per vedere, ma proprio un gioco definito “d’azzardo” come il poker, potrebbe essere la soluzione ad una serie di interrogativi della vita, dal punto di vista degli insegnamenti e soprattutto del saper vivere.

A parlarne è proprio Matt Matros, uno dei più stimati grinder on line degli Stati Uniti d’America. Il suo profilo è riconosciuto per il fatto che riesce a vincere in partite di poker totali come 1,5 milioni di dollari per tutta la sua carriera.

Speranze e sogni degli adolescenti, il potere di un interesse

 Il rapporto tra genitori e figli: il segreto è che non ci sono segreti. Già, perché la formula di madre e padre perfetti è una chimera ed è inutile rincorrerla, anche perché ritrovarsi con genitori e figli da manuale non è poi tutto questo bel traguardo da raggiungere.

Se ognuno, a suo modo, riesce a costruire un rapporto speciale con i figli, ci sono errori però che gli esperti di relazioni interpersonali ed educazione sembrano concordi siano da evitare. Fattori di rischio ed atteggiamenti che possono condurre al bullismo o alle dipendenze, ad esempio. E poi ci sono quelle componenti che è bene dosare ma non far mancare: attenzione, interesse alle propensioni ed alle attività che sembrano entusiasmare particolarmente gli adolescenti, sogni (i loro, e non quelli dei genitori che spesso li proiettano sui figli ignorando le loro attitudini).

Multitasking, tra computer e tv la mente è multidistratta!

 Chi crede di essere in possesso del media multitasking ovvero, tra le altre opzioni, la capacità di guardare la televisione e lavorare al pc contemporaneamente, potrebbe in realtà incorrere in una multidistrazione a causa dei due dispositivi che catalizzano l’attenzione nello stesso momento.

Ne parla in un recente studio pubblicato sulla rivista CyberPsychology, un’équipe di ricercatori afferente all’Università di Boston che ha effettuato diversi esperimenti su un campione di persone.
I partecipanti sono stati invitati ad entrare in una stanza con un televisore ed un computer, e lasciati con mezz’ora di tempo a disposizione per utilizzare entrambi.

Obesità e distrazione

 Purtroppo ogni anno aumenta vertiginosamente il numero degli obesi nel mondo. Anche l’Italia è vittima di questo incremento, al punto che nel Bel Paese, risultano obese ben più di 4 milioni di persone. Il problema vero, limitandoci al caso italiano per una questione meramente numerica è che di questi 4 milioni, oltre 400.000 soggetti sono bambini. I dati che provengono da alcune delle rilevazioni fatte nel 2010 per il progetto Okkio alla Salute, portato avanti dall’Istituto Superiore di Sanità Italiana, sono veramente preoccupanti.

L’obesità, diventa causa spesso di problemi cardiocircolatori, di problemi ai muscoli, problemi alle ossa, problemi al metabolismo (il più grave è il diabete mellito), oltre che problemi di affanno costante ed apnea notturna, che è un gran danno per la vita di ogni individuo.
Le cause sono tra le più diverse. Sicuramente c’è una rilevante componente genetica, ma poi ci sono anche delle cause legate alle abitudini alimentari ed agli stili di vita sedentari.

Mente e corpo legati anche nel male

Vi abbiamo spesso parlato delle proprietà che collegano la mente al corpo. Soprattutto, ci sono momenti in cui la mente ed il corpo diventano tutt’uno fino a fondersi nei modi di percepire. Oggi parliamo di come, anche il malessere, quello fisico, potrebbe essere riconducibile in alcune situazioni al malessere psicologico. Secondo alcune ricerche partite dall’Università La Sapienza di Roma, ben un adulto ogni due, che si rivolge al medico di base per un dolore fisico, ha dietro una prospettiva psicologica. Proprio a partire da questo dato, risulta interessante provvedere a creare una sinergia tra il medico di base ed eventualmente uno psicologo. Così facendo, ci si è resi conto che si ridurrebbero di ben il 20% gli usi dei farmaci.

I primi test sono stati fatti proprio nelle Università ed a comunicare gli esiti positivi è stata la community web di Psicommunity, che proprio nei giorni prima del Maggio di Prevenzione Psicologica 4, hanno dimostrato come gli studi della cattedra di Psicosomatica, diretta dal professor Luigi Solano, della Facoltà di Psicologia dell’Università La Sapienza abbia portato a brillanti risultati dopo ben 10 anni di duro lavoro.

Musica, come influisce sulla percezione del mondo

 Una musica può fare… canta Max Gazzè e poi dopo i puntini aggiungiamo pure quello che vogliamo: innamorare, ricordare, intristire, emozionare, mettere di buon umore, piangere, ridere, rendere euforici, rilassare, dormire, eccitare, innervosire, riflettere, sognare. La musica tocca le corde più profonde della nostra anima, influisce sul nostro stato d’animo e a volte fa molto di più, cambia addirittura la nostra percezione del mondo. Ne parla in un recente studio un’èquipe di ricercatori afferente all’Università di Groningen.

La musica non solo è in grado di influenzare il nostro umore, spiegano gli autori, ma può avere un impatto determinante anche sul modo di guardare la realtà. Ascoltando una musica allegra la vedremo in un modo, ascoltando una musica più triste in un altro.

Caratteristiche di un leader

 Un leader di successo non è una persona sola, un io martellante e petulante che calpesta tutti per imporre la propria autorità e visione del lavoro, che non ascolta e non prende nota per coniugare le esigenze del gruppo con cui lavora, che chiede l’impossibile agli altri e pretende poco da se stesso.

Quello è un leader senza stoffa che durerà poco al comando perché si farà tanti nemici, non guadagnerà mai il rispetto e la stima dei collaboratori, otterrà solo il minimo dagli altri perché nessuno gli offrirebbe mai di sua spontanea volontà il massimo. Un leader di successo è piuttosto colui che si mette in gioco, lavora più degli altri anche quando potrebbe imporre e delegare i compiti più noiosi e difficili, qualcuno che combatte fianco a fianco dei dipendenti e mai contro, qualcuno pronto ad assumersi anche responsabilità non sue a volte per coprire e proteggere le risorse preziose, le uniche, che ha a disposizione.

Insonnia: tra ansia, paure e stress gli italiani non dormono sonni tranquilli

 Insonnia: colpisce più o meno frequentemente la metà degli italiani con ripercussioni importanti sull’equilibrio psicofisico. Dormire bene è infatti importante non solo per la salute dell’organismo ma anche per l’umore, il benessere psicologico, la vita di relazione, il rendimento lavorativo.

Eppure spesso sono proprio lo stress sul lavoro, l’ansia, le preoccupazioni economiche, personali e professionali, le responsabilità non condivise a togliere il sonno, a testimonianza di come sia importante dedicare del tempo a se stessi, a risolvere i propri conflitti interni e a volersi bene per ritrovare anche il riposo perduto.

Il pic nic perfetto

Volersi bene significa anche fare attività benefiche per il corpo e da quando il fulcro della vita si è spostato nelle città, ogni tanto fa bene andare a fare una gita fuori porta all’aria aperta. Il pic nic è l’emblema dell’aria aperta. Dal francese, la parola deriva da pique (rubacchiare, prendere) e nique (cose di poco valore).

Prima cosa è decidere la giornata per dedicarsi a questa attività piacevole e soprattutto a basso costo. Cosa simpatica per adulti e bambini, ma anche per avere a disposizione la natura e l’aria che di recente manca a molti. Ma vediamo come renderlo perfetto. Per prima cosa, non abbiamo bisogno di giochi vistosi, ma basta una semplice palla per divertirsi.

Sogni, memoria, cervello

Non dimentichiamo mai l’importanza di sognare. Questo perché aiuta a vivere meglio, oltre che avere la speranza quando la realtà è cupa di una miglioria, oppure semplicemente dell’espressione di un desiderio.

Secondo la psicologia, sognare fa bene al cervello per la stimolazione di una serie di funzioni legate ai ricordi ed alla memoria. A dichiararlo è il Dottor Giuseppe Plazzi del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Bologna:

Matrimonio William e Kate, perché Kate sogna di essere nuda all’altare

 Il matrimonio di William e Kate sta animando la curiosità e i pettegolezzi di tutto il mondo. Se pensiamo che tutti gli sposi si sentono emozionati, nervosi e stressati prima della cerimonia, non è difficile dedurre che avere gli occhi dell’opinione pubblica e della stampa mondiale puntati addosso certo renda ancora più difficile alla coppia reale convolare a nozze con serenità e tranquillità.

Kate ha un incubo ricorrente che è trapelato, come tutto del resto in questi giorni, sulle pagine dei giornali di mezzo mondo: arrivare nuda all’altare. Ma cosa angoscia il subconscio della Middleton in queste ore di ferventi preparativi?
Ce lo spiega Massimo Di Giannantonio, psichiatra dell’Università di Chieti.