Ricordare i sogni

Capita durante la notte di sognare. Che siano dei fantastici sogni che ci fanno volare sulle ali della fantasia, o degli orrendi incubi che mostrano inconsciamente le nostre preoccupazioni, o semplicemente la peperonata della nonna mangiata la sera prima, fatto sta che sognare non ha nulla a che vedere con la propria volontà, bensì da una sinergia di onde elettriche.

A parlare di sogni recentemente è una ricerca tutta italiana pubblicata anche sul Journal of Neuroscience. Questa, sembra andare contro a molte teorie formulate negli ultimi anni, anche perché dimostra che i sogni non si fanno solo nella fase REM del sonno, ma anche durante altre fasi, seppur con modalità diverse.

Perché ridere è intimo

Diffuse sono sempre state le ricerche sul ridere. Questa gioiosa pratica che nella vita dell’essere umano, ricorre sempre più di rado negli ultimi periodi, risulterebbe essere salutare per il cuore, per il corpo e per la mente. Si tratta di qualcosa che parte dall’istinto, sia se stiamo parlando di una bella risata rumorosa, sia se parliamo di un sorrisino timido tirato fuori così per sensazione.

Ridere fa bene e tutti i meccanismi psicologici che ci sono dietro, nascondono anche dei richiami alla neurologia, alla sociologia, oltre che alla psicologia delle reazioni nascoste dell’essere umano. Ovviamente, oggi non siamo qui per scrivere una teoria sulle risate, ma per parlare di una ricerca fatta a dagli studiosi americani e presentata in una conferenza a San Antonio (California). La news, impazza sul web, dopo che Wired USA ne ha diffuso la popolarità.

Conosci te stesso o chiedi a un amico!

 Conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli dèi. E’ il motto sul frontone del tempio di Apollo a Delfi, insegnamento ripreso, tra gli altri filosofi che ne hanno tratto ispirazione, da Socrate.
Una saggezza, antica, antichissima, dunque. Ma per conoscerci davvero a chi dobbiamo rivolgerci: solo a noi stessi o anche agli altri? Per una sorta di tendenza naturale siamo convinti che nessuno può conoscerci meglio di noi stessi. Ma è davvero così?

Se lo sono chiesti i ricercatori della Washington University Simine Vazire ed Erika N. Carlson, in uno studio volto a trovare la risposta a questo dilemma, apparso sulla rivista di divulgazione scientifica Current Directions in Psychological Science, edita dall’Association for Psychological Science.

Il gene della felicità muove i fili della serotonina

 Il gene della felicità è stato identificato. L’annuncio che il ricercato più inseguito era stato avvistato, da qualche parte, lì, nei recessi del codice genetico, è arrivato sulle pagine della rivista di divulgazione scientifica Journal of Human Genetics con la pubblicazione di una ricerca che porta la firma di un’équipe di ricercatori afferente alla London School of Economic and Political Science di Londra, coordinata da Jan-Emmanuel De Neve.

Lui è 5-HHT, un gene che detiene un potere immenso: farci sentire particolarmente soddisfatti delle nostre vite, felici e di buon umore. Questo perché pare abbia il controllo su Lei, quella sostanza altrettanto ricercata, responsabile del nostro stato d’animo: la serotonina.

Autostima, perdere fiducia in se stessi spinge a spese folli con carta di credito

 Se l’autostima crolla, per via di un fallimento, di un risultato mediocre in un progetto, si è più inclini a fare spese folli usando la carta di credito per acquistare beni di lusso.
E’ quanto afferma un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Cornell University ed alla London Business School.

La separazione dal denaro contante viene vissuta come un processo psicologicamente doloroso, ecco perché quando si perde la fiducia in se stessi si è più propensi a comprare beni di lusso per tirarsi su pagandoli però con carta di credito.

Paura di sbagliare, è la rinuncia il vero fallimento

 Paura di sbagliare, quella paralisi all’azione che blocca sul nascere i progetti, fa indietreggiare ai primi ostacoli, quel demordere a prescindere perché il terrore di un fallimento supera, almeno apparentemente, la possibilità di riuscire, palesata come remota.

Come superare la paura di sbagliare? In primis bisogna chiedersi da dove ha origine. Non di rado bisogna scovare nella propria infanzia. Se in famiglia gli insuccessi di bambino assumevano dimensioni sproporzionate, semplici errori, esperienze infruttuose venivano additate come pesanti difetti, la consapevolezza che rinunciare fosse meglio che rischiare di fallire, come un tarlo, si è annidata dentro al centro decisionale, incidendo pesantemente ed inconsapevolmente su ogni scelta.

Crisi del quarto di vita, mettersi in discussione a vent’anni

 L’hanno definita crisi del quarto di vita, il crollo delle certezze che colpisce a vent’anni, scatenando nei giovani sintomi di disagio psicofisico simili a quelli che colpiscono i cinquantenni, alle prese con i primi bilanci esistenziali e con quell’ingresso nella mezza età vissuto molto spesso con timori ed ansie imputabili alla paura di invecchiare, di dover decidere che impronta dare alla propria esistenza.

Loro sono i ricercatori della Greenwich University, coordinati dal dottor Oliver Robinson, autori di uno studio su un campione di 1.100 persone, di età compresa tra i 25 ed i 35 anni, tutti intervistati tramite il sito Gumtree.com su aspettative per il futuro, desideri, insoddisfazione personale.

Fulminare con lo sguardo

 Buona educazione, regole implicite nel vivere in una società civile vera e non che si definisca solo tale. Girare lo sguardo dall’altra parte quando qualcuno getta una carta a terra, non rispetta la fila, strattona una persona anziana, fa il prepotente, non è una buona strategia per migliorare il mondo in cui viviamo.

Al contrario, potere allo sguardo. Fisso. Immobile. Puntato con insistenza sul maleducato di turno per fulminarlo con un’occhiataccia. Un atteggiamento utile a far desistere l’incivile dal suo comportamento non rispettoso degli altri e dell’ambiente circostante. A dirlo è un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Newcastle University, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Evolution and Human Behavior.

Donne, potere ed infedeltà

Dopo aver parlato questa mattina delle donne fragili emotivamente e soprattutto con poca autostima, ci spingiamo a parlare oggi dell’altra faccia della medaglia: le donne sicure di se, potenti e che hanno un posto di rilievo in società.

Una recente ricerca condotta dallo psicologo Joris Lammers, dell’Università di Tilburg, in Olanda, ha dimostrato come le donne che sono in alte posizioni di potere, abbiano la stessa inclinazione ad essere infedeli dei maschietti, da sempre additati per l’eterna infedeltà.

Donne, essere attraenti

Oggi dedichiamo i post di un’intera giornata alle donne. Questa mattina, parliamo delle donne che seppur riescono ad essere sempre attraenti e con la loro intelligenza bene in mostra, non riescono a trovare l’amore della propria vita, seppur abbiano un forte desiderio di questo. Il segreto starebbe nel non mostrare agli altri la propria insofferenza per la mancanza dell’amore da favola.

Lo studio che è stato portato avanti da Rachel Dinero, direttrice del corso di Psicologia al Cazenovia College di New York, punta forte sul sorriso, e soprattutto sul fatto che è importate migliorare il proprio stato d’animo essendo positive. Così facendo, sicuramente avrete un migliore effetto positivo sul vostro interlocutore, oltre che sembrare ancora più belle.

Creare la fortuna

Anche la fortuna è una cosa che si può creare. Oggi vediamo come è possibile farlo, semplicemente lavorando sulla nostra psiche e sul nostro modus vivendi.

Le persone fortunate esistono ed ogni giorno ne abbiamo la consapevolezza incontrando il collega di turno con un’ottima notizia, o ancora perché il vicino di casa ha trovato magari un ben centone a terra se non vincere ai sempre più diffusi gratta e vinci. Ovviamente oggi non stileremo una guida sul come vincere alla lotteria, ma semplicemente sul come possiamo cercare di prendere in pieno l’onda positiva del vivere per migliorare il nostro approccio alla vita, e probabilmente, far si anche che la ruota cominci a girare meglio ed a nostro favore.

Baciarsi via computer con il Kiss transmission device

 Baciarsi via computer con il Kiss transmission device, un dispositivo messo a punto da un gruppo di ricercatori giapponesi. E’ l’ennesima, in questo caso alquanto discutibile, frontiera dei rapporti on line e del cyber sex che cercano di vincere gli ostacoli rappresentati dalla distanza, ormai banalizzata dai moderni mezzi di comunicazione globali, ma cadono nello specifico nella trappola di voler creare un sesto senso sterile.

“Può forse una distanza materiale separarci davvero dagli amici? Se tu desideri essere da Rae, non ci sei forse già?” recita Bach in Nessun luogo è lontano. Qui non si parla di amici bensì di relazioni sentimentali, legami alimentati a distanza che, nell’era di Internet, a detta degli inventori del bacio virtuale, hanno fatto nascere la necessità di inventare dispositivi come questo per rispondere alle esigenze del pubblico. Ma anche no, aggiungiamo.

Umore, migliora dopo attività fisica intensa

 Umore e attività fisica: una relazione positiva accertata da numerosi studi. Di recente parlavamo del potere di una passeggiata nel verde per sentirsi meglio con se stessi e sprigionare energia positiva, benessere, liberando la mente dallo stress della vita quotidiana e dai pensieri negativi. Esercizio fisico soft, fare due passi nel parco o camminare per andare a lavoro.

Oggi invece parliamo dei benefici sull’umore che derivano da un’attività fisica più vigorosa, protratta per almeno venti minuti. Nello specifico presentiamo i risultati di un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Manchester Metropolitan University, ricerca esposta nell’ambito della conferenza annuale della British Psychological Society che si svolge nella città di Glasgow.

Sesso antistress per la mente

Che l’amore renda più felici e gioiosi, è un concetto che tante volte abbiamo espresso nelle pagine di IoValgo. Oggi parliamo di qualcosa di analogo e che dovrebbe sempre essere collegato all’amore (sottolineiamo dovrebbe perché non è sempre così). Parliamo del sesso con il proprio partner.

Ebbene, recenti ricerche continuano a parlare di quanto il sesso più soddisfacente e soprattutto più esaustivo sia quello fatto con il proprio partner, mentre quello occasionale oppure fatto senza legami non è proprio per la mente un toccasana. A ribadire questo concetto e sottolinearlo per l’ennesima volta è una ricerca fatta all’Università del Texas ad Austin.