Meno peso più memoria

Oggi parliamo di una ricerca interessante che titola così: scende il peso ed aumenta la concentrazione.
Ebbene si, sembra che sia stato dimostrato che perdere peso aiuta sia la salute, ma anche la memoria e la concentrazione dell’individuo. La perdita di massa corporea, porterebbe ad un aumento dell’attività celebrale, con l’aumento netto anche degli impatti positivi che lavorano sulle prestazioni cognitive.

La ricerca che giunge a questa conclusione, arriva dalla Kent State University degli Stati Uniti d’America, dove un gruppo di 150 persone, delle quali 109 erano obese, si sono sottoposte alla chirurgia bariatrica. Stiamo parlando di un intervento di riduzione del grasso corporeo. Dopo sole 12 settimane dall’operazione, dai test realizzati in laboratorio e successivamente pubblicati sulla rivista Surgery for Obesity and Related Diseases, è stato dimostrato, come le funzioni cognitive sono migliorate nettamente, riuscendo a passare da un livello di concentrazione e memoria molto basso ad uno normale.

Felicità, in calo a 30 anni ritorna dopo i 50

 Felicità, la inseguiamo in tanti, cercatori di attimi felici improvvisati o esperti, come si trattasse di scovare un qualcosa che si nasconde bene e il più delle volte, magari, scopriamo che si tratta di un giocare a nascondino con noi stessi e che la felicità ci sfugge di mano proprio quando cerchiamo di trattenerla piuttosto che viverla.

La ricerca si interroga da tempo su quale sia il cammino che conduce alla felicità, quali i fattori che più contano, quei sentieri che se imboccati ci fanno arrivare prima ad essere felici e più a lungo. Soldi, amore, salute, il giusto mix. Cos’è la felicità se non un concetto che sfugge, da sempre, ad ogni tentativo di definizione? Nell’impossibilità di tracciarne confini precisi, si indaga su quali siano le età più felici della vita, interpellando persone di età diverse sui loro momenti migliori, i picchi di felicità.

Multitasking, il test del gorilla mette alla prova la nostra memoria di lavoro

 Multitasking, fare più cose contemporaneamente e bene, miraggio di molti, privilegio di pochi. Ma come scoprire scientificamente se si è dotati di questa capacità?
I ricercatori dell’Università dello Utah, negli Stati Uniti, hanno utilizzato un test già noto agli addetti ai lavori, un video che ha per protagonista un gorilla che compare all’improvviso in mezzo ad alcune persone che si passano una palla. Riuscite a vederlo anche se siete impegnati a contare il numero di passaggi?

Bene, secondo lo studio firmato da Janelle Seegmiller, Jason Watson e David Strayer, di prossima pubblicazione sul Journal of Experimental Psychology, la vostra memoria di lavoro in tal caso è efficiente. In caso contrario, fareste meglio a concentrarvi su una sola azione per volta.

Violenza genera violenza

Sembra un detto, una frase fatta, ma non è così. E’ la semplice realtà dei fatti, portata a termine dopo una ricerca condotta dai ricercatori dell’Università di Deusto, in Spagna. La stessa è stata poi pubblicata sul Social Psychological and Personality Science.

Il tema principale dello studio che ha coinvolto ben 800 bambini di età compresa tra gli 8 ed i 12 anni, ha dimostrato come chi aveva assistito, oppure era stato vittima di comportamenti violenti e brutali, avesse una visione “normale” della violenza.

Claustrofobia e prossemica

Oggi parliamo di una fobia che colpisce tanti individui: la claustrofobia. Ma procediamo per gradi: cos’è la claustrofobia? Deriva dal latino claustrum, ovvero luogo chiuso, e phobia, dal greco che significa paura. In pratica è la è la paura di luoghi chiusi, luoghi angusti dove l’individuo si sente accerchiato e privo di libertà spaziale attorno a sé.

Da una recente ricerca condotta da un team di neuroscienziati della Emory University, ed apparsa sul magazine di settore “Cognition”, sembrerebbe che la claustrofobia, sia direttamente collegata ad un errore di valutazione degli spazi orizzontali. Per i ricercatori, chi soffre di questo disturbo, evita sempre gli spazi in cui le pareti sono troppo vicine alla vista. Non è chiaro se al discorso di prossemica è legata la distorsione della percezione spaziale, oppure al contrario, ma fatto è che la claustrofobia, è una sensazione che almeno una volta nella vita tutti hanno vissuto.

Cambiare, dieci punti di partenza

 Cambiare vita, cambiare lavoro, cambiare carattere, cambiare atteggiamento… in molti, all’arrivo del nuovo anno, si ripromettono un qualche cambiamento di rotta: liberarsi dalle dipendenze, non prendersela più troppo per le offese che si ricevono, mettere fine ad un rapporto infelice.
Il punto è che non bisogna aspettare l’inizio dell’anno per mettere giù una lunga lista di buoni propositi che spesso verranno puntualmente disattesi, anche perché troppo lontani dal nostro stato di partenza.

Più che cambiare, l’impegno concreto e vicino da realizzare è migliorare. Migliorare si può, ogni giorno, anche su piccole cose, all’apparenza insignificanti ma che sommate sì  che ci faranno arrivare a quel cambiamento più grande che desideriamo da tempo. Partiamo dagli errori da non fare.

Smettere di fumare, dieci buone ragioni

 Smettere di fumare, c’è chi ce l’ha fatta e da un giorno all’altro si è sentito nauseato dalle sigarette o, illuminato all’improvviso dall’inutilità che si nasconde dietro questo brutto vizio, si è reso conto che non ne valeva la pena di buttare soldi per puzzare di fumo e ammalarsi di cancro.

C’è chi invece le ha provate tutte, tra cerotti, omeopatia, gomme alla nicotina, ma ancora non riesce a resistere alla tentazione di accendersi una sigaretta. Chi scrive fa parte della prima fortunata categoria, quelli che improvvisamente si rendono conto che è assurdo fumare, che la sigaretta cancella solo apparentemente il nervosismo, poi ritorna con gli interessi e sottraendoti il respiro, giorno dopo giorno.

Autostima e sesso, cosa accade dopo la prima volta in lei e lui

 Sesso e autostima: cosa accade in lui ed in lei dopo la prima volta? Se lo è chiesto un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori afferente alla Penn State University negli USA. La ricerca, coordinata dalla dottoressa Eva Lefkowitz, è stata pubblicata sulla rivista di divulgazione scientifica Journal of Adolescence.

Gli autori hanno ricavato i dati per la loro indagine da un monitoraggio della durata di quattro anni, condotto su un campione di 434 studenti e studentesse, di età compresa tra i 17 ed i 19 anni.
Di questi, 100 hanno avuto il loro primo rapporto sessuale proprio nel corso dell’analisi, il che ha permesso agli studiosi di analizzare lo stato d’animo e le emozioni provate dai giovani subito dopo la loro prima volta, con particolare riferimento proprio a cosa accadeva all’autostima.

Litigi di coppia, emozioni più sentite dalla donna

 Emozioni che si scatenano durante e dopo un litigio all’interno di una coppia. A capirle meglio, analizzando le diverse reazioni femminili e maschili ai diverbi, ci viene incontro un recente studio pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica Intervención Psicosocial. Ad effettuare la ricerca un’équipe di psicologi afferente all’Università di Granada, in Spagna, composta da Inmaculada Valor Segura, Francisca Expósito e Miguel Moya del Dipartimento di Psicologia sociale dell’ateneo spagnolo.

Nel corso di una discussione, malgrado dai rilievi degli autori risulti che siano proprio gli uomini ad usare toni più aggressivi e a denotare un maggior accanimento, a conti fatti sarebbero le donne a percepire maggiormente le emozioni mentre il sesso maschile non se la prende più di tanto.

Capire la timidezza

Capita molto spesso, che un genitore, senta quanto i propri bambini siano timidi, non riescano a socializzare bene e quei pochi rapporti che hanno sono molto basati su equilibri difficili da tenere. Quando tra le sue amicizie, poi si include una bambina o un bambino, molto più esuberante, diventa un dramma, perché si rischia che il piccolo diventi proprio duro da aprirsi al mondo e pronto a chiudersi in se stesso, o ad avere atteggiamenti aggressivi e violenti.

Ogni bambino, è diverso da un altro ovviamente, ma c’è da dire che ogni comportamento umano nasconde in se un messaggio preciso ed innato. Importante è cominciare ad analizzare nei propri figli una sorta di analisi, per evitare di additarli oppure di esprimere giudizi su di loro, ma invece, chiedere più spesso se serve qualcosa, che prospettive ha per il futuro (non lavorative ovviamente trattandosi di bambini), tipo quali amichetti vorrebbe frequentare, se vuole intraprendere un’attività sportiva o quanto altro.

Segreti di felicità

Stress, noie, problemi, tensioni, ansie, paure e quanto altro stanno rendendo la vostra vita un inferno? Non riuscite più ad essere proprietari delle vostre azioni e soprattutto non riuscite più a capire che fine ha fatto la vostra vita che per motivi di lavoro ed impegni non vi lascia più in pace? Oggi vi sveliamo alcuni dei segreti della felicità!

Partiamo allora dalle basi che ci offre l’associazione Action for Happiness co-fondata da Richard Layard, professore di economia della London School of Economics. Questa associazione, ha fondato un nuovo movimento che cerca di diffondersi in tutto il mondo per parlare di felicità, per essere felici e che cerca di farsi strada tra i tanti stress della vita. Sembra che a farne parte sia anche il Dalai Lama.

Numerologia tantrica per affinità di coppia

Oggi parliamo di qualcosa di scientifico che però può essere molto sfizioso: la numerologia tantrica. Stiamo parlando di una scienza che riesce a studiare una persona com’è, com’è il suo carattere, proprio partendo dall’assunto numerico delle lettere del suo nome e cognome. In primis è necessario effettuare una conversione di tutte le lettere in numeri basati dall’uno al nove e questo lo possiamo fare così:

  • A, J, S si converte a 1
  • B, K, T si converte a 2
  • C, L, U si converte a 3
  • D, M. V si converte a 4
  • E, N, W si converte a 5
  • F, O, X si converte a 6
  • G, P, Y si converte a 7
  • H, Q, Z si converte a 8
  • I, R si converte a 9

Figli per le coppie di fatto: desideri

Oggi parliamo di un fattore psicologico che colpisce ben l’85% degli esseri umani eterosessuali. Sembra infatti, che secondo recenti ricerche, su un campione di 5.000 persone intervistate, l’85% degli stessi riesca ad accettare l’idea che un bambino abbia due mamme, ma con molta difficoltà riesce ad accettare una coppia con un bambino composta da due papà. Il risultato di questa ricerca svoltasi negli Stati Uniti, è che la figura materna ha una necessità non indifferente nell’immaginario collettivo, al punto che le inclinazioni sessuali diventano discriminanti anche per i figli.

Ulteriori ricerche tenutesi in altre Università, però, dichiarano che l’omosessualità negli individui maschi adulti, porta ad avere anche un enorme senso materno e che quindi le richieste di adozione (nei Paesi dove possibile) delle coppie di fatto, formate da soli uomini è grande e pari a quello delle donne.

La psiche di cani e gatti

Parliamo oggi di un argomento alquanto interessante per tutti i possessori di teneri animali domestici. Che siano cani o gatti, non è un problema, questo perché solitamente l’essere umano che ha un animale in casa, adora stare con il suo cucciolo e molto spesso lo vede e lo tratta come un rifugio psicologico per uscire dalla realtà. Tanti sono i casi anche di personaggi famosi inseparabili dai propri cuccioli, che li fanno diventare proprio come un life style.

Quello che molte persone non sanno però, è che anche il nostro fido animale domestico può sentirsi caricato di stress e di un eccessivo peso per le responsabilità di cui lo carichiamo. Questo perché vengono a diventare come spugne assorbenti delle ansie e dello stress dei propri padroncini.