Superiamo la paura

Dopo tanto aver parlato di fobie, paure, ansie e quanto altro, oggi vediamo insieme qualche piccolo consiglio da tener presente per superare le paure di tutti i giorni. La paura come ben sappiamo, ci crea l’handicap per eccellenza di immobilizzarci, paralizzare i nostri movimenti e le nostre corde vocali (spesso) nei momenti meno opportuni.

Se siamo degli ansiosi che si fanno prendere da fobia e paura in una serie di situazioni che potrebbero sembrare comuni per molti, ed addirittura ridicole alla maggior parte delle persone, andiamo a leggere questi piccoli e brevi consigli, per superare l’invadente paura che ci attanaglia.
Casi più diffusi sono, quelli in cui si ha una sorta di paura legata alle esibizioni pubbliche. In questo caso, l’apprensione di cui parliamo si chiama “ansia sociale”. Questa fa parte del funzionamento psicologico normale dell’individuo, ma in alcuni non è presente. Come mai? Bene, vediamo perché.

La sindrome di Penelope, anziane affette da nostalgia e tristezza

 La sindrome di Penelope: quel continuo, angoscioso, pacato e rassegnato aspettare che accada qualcosa, che ritorni a casa qualcuno a colmare il vuoto lasciato dagli anni, aperto come una voragine nel petto. Quella triste consapevolezza che invece non accadrà nulla, nessuno busserà più alla porta, il tempo perso non tornerà perché la vita è trascorsa ed il resto, quello che ne rimane, è contrassegnato da una solitudine e da un dolore muto destinati a durare fino alla fine dei propri giorni.

Solitudine, tristezza e nostalgia sono i tarli che rodono e consumano lentamente il benessere psicologico delle donne anziane. I ricercatori dell’Università di Messina hanno accertato, in un recente studio, che a soffrire maggiormente della sindrome di Penelope, com’era d’altra parte ovvio, sono le vedove ed in generale chi è rimasta sola per un motivo o per un altro.

Diventiamo ottimisti (parte 2 di 2)

Dopo aver visto quanto le ricerche del dottor Ed Diener siano significative per garantirci felicità e salute, andiamo a scoprire come creare questo benessere soggettivo, aumentare quindi salute e longevità di circa il 14% rispetto allo status normale, e di oltre il 25% rispetto a quella di un pessimista.

L’input principale è quello di aumentare la propria autostima. Infatti, credere in se stessi è l’arma vincente per non mettere a rischio il proprio benessere psicologico e corporeo. Si tratta di alcune semplici regolette che possono aiutarci nella vita di tutti i giorni.
Come prima imposizione da darci, abbiamo l’ascolto giusto dei nostri pensieri, non minimizziamo mai le nostre capacità personali di riflettere su situazioni e dare un giusto peso alle nostre opinioni, quando ci viene posta la possibilità di scegliere.

Diventiamo ottimisti (parte 1 di 2)

Oggi parliamo di qualcosa che può renderci felici. Partiamo dall’analisi di uno studio recente legato a prove scientifiche che parlano di felicità dell’individuo, ed arriviamo poi ai consigli pratici per diventare felici. Ma andiamo per grado.

Come prima cosa, possiamo parlare di una distinzione cardine che ci permette di dividere l’essere umano, per categorie a seconda di una serie di caratteristiche della psiche che fanno la differenza tra i soggetti. Nel dettaglio, possiamo analizzare ben due categorie (scientificamente non esiste una via di mezzo). Stiamo parlando dei pessimisti, cioè coloro che vedono la vita in nero e con le sfumature del grigio, e gli ottimisti, coloro che riconoscono i colori ed amano il bianco.

Necrofobia, la paura della morte


Necrofobia, la paura della morte

La necrofobia, da necros (morte) e phobos (paura, terrore) è la paura della morte e di tutto quanto concerne questa sfera, dai cadaveri ai cimiteri alle bare, all’ossessione di poter morire che affligge di continuo la quotidianità.

A volte, la paura irrazionale e costante della morte ha origine da un evento traumatico, come aver assistito alla morte di qualcuno oppure essere rimasti gravemente feriti.
Gli attacchi possono scatenarsi anche alla vista di cose morte, da una mummia a tutti gli oggetti che rappresentano in qualche modo reperti inerenti la sfera dei defunti.

Lo psicologo di base

 Uno psicologo di base a disposizione dei pazienti proprio come avviene con il medico di famiglia. E’  la proposta avanzata nell’ambito del convegno Il Camice invisibile, promosso dall’Ordine degli psicologi della Campania, in collaborazione con l’Istituto italiano per gli studi filosofici presso il Palazzo Serra di Cassano a Napoli.

Una richiesta che nasce dall’esigenza di rispondere ai bisogni più profondi del paziente, inteso come soggetto psichico oltre che fisico. Spesso infatti non si ricorre allo psicologo per disagi che nascondono problemi mentali e comportamentali e per i quali è proprio lo psicologo la figura più indicata.

Psicologia dei disturbi erettili

La popolazione maschile tra i 18 ed i 60 anni, nel ben 10% del totale, soffre di un disturbo alquanto fastidioso, che è quello dell’erezione genitale impotente. La percentuale di cui parliamo deriva da uno studio ben preciso, che però sta dimostrando come nell’ultimo periodo con l’aumentare dello stress, arrivati circa a 40 anni aumenta ancora di più.

Questo disturbo dal punto di vista psicologico, diventa un massacro per l’uomo, ed è un problema difficile da affrontare, anche perché l’uomo ha una sorta di paura anche nel comunicarlo a medici o psicologi. Il fatto è che per “guarire” da questa patologia, c’è la necessità di parlarne. La caratteristica di questo disturbo è nota soprattutto quando diviene persistente, ovvero, quando in qualsiasi situazione, l’individuo maschio adulto prova incapacità nel raggiungere oppure mantenere una adeguata erezione, fino al termine del rapporto sessuale. Questo avviene anche nel caso in cui il desiderio sessuale sia presente.

Gravidanza serena

Una branca molto interessante della psicologia di cui spesso ci siamo interessati, è quella prenatale. Il riscontro psicologico di questa parte della psicologia è avvenuto negli ultimi anni e soprattutto è molto prepotente soprattutto in Italia.
Molte le ricerche che sono state condotte in questo ambito e quasi tutte hanno dimostrato che il feto umano, già da quando è all’interno del grembo materno, non ha la necessità di cibarsi di materie prime, bensì anche di emozioni. E per cibarlo di emozioni e sentimenti, ci vogliono gli organi esterni della madre che si interfacciano al mondo.

La vita quotidiana non solo fisica, ma anche mentale ha una importanza interessante a livello relazionale tra madre e figlio, già quando quest’ultimo è nel pancione. Curiosa la tipologia di conteggio anagrafico fatta in Cina, infatti, che conta l’età dell’individuo già da quando è nel pancione della mamma. Questo fa capire molto di quanto le filosofie di pensiero orientali siano più avanti sotto buona parte degli aspetti psico cognitivi dell’individuo. Anche per il trattamento, infatti, la futura mamma è messa durante la gravidanza, nelle condizioni di vivere il periodo pregnante in tutta la tranquillità e serenità di cui ha bisogno, solo per far si che il feto sia sereno e non ne risenta dal punto di vista delle sensazioni.

Acrofobia, una pillola al cortisolo per guarirla

 Acrofobia, dal greco ákros, alto, è la paura delle altezze e dei luoghi elevati. Una sensazione di panico affligge chi ne soffre al punto che cammina gattoni, si piega su se stesso e cerca in ogni modo di tornare in una posizione più bassa.

In aiuto per chi ne soffre arriva una pillola al cortisolo, l’ormone dello stress prodotto dalla ghiandole surrenali, che da una recente ricerca pare possa contribuire a ridurla.
A dirlo sono i ricercatori della Basel University in Svizzera in uno studio pubblicato dalla rivista di divulgazione scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences.

Attrazione, occhi rossi allontanano gli altri

 Occhi rossi, iniettati di sangue: come li interpretiamo negli altri e che effetto hanno su di noi? Gli occhi, dicono, sono lo specchio dell’anima, e indubbiamente sono anche portatori di grande fascino, capaci di attrarre e di comunicare messaggi subliminali di una portata immensa soprattutto nella conquista.

Ma che succede se i nostri occhi non sono proprio in forma a causa di un’infiammazione? Secondo un recente studio pubblicato da Rober Provine dell’Università del Maryland sulla rivista Ethology, lo sguardo rosso sangue è letto da chi guarda come un chiaro sintomo di infelicità oltre che di cattiva salute.

Fissate per la linea

Purtroppo in una società basata soprattutto sull’immagine, ci troviamo a doverci confrontare con un nuovo problema che ci attanaglia: il desiderio di essere snelli (forse troppo) rispetto alle bellezze degli anni ’60.
Una patologia che tocca principalmente le donne, che per oltre un terzo dichiara che sarebbe disposta a vivere ben 12 mesi in meno per avere in cambio un peso corporeo anche più longilineo di quello ideale. Ma non finisce qui, perché addirittura oltre il 10% delle donne rinuncerebbe anche dai 2 ai 5 anni della propria vita per questo motivo.

Questi sono i risultati pervenuti da una ricerca scientifica effettuata dalla University of West of England e pubblicati successivamente sul sito di argomenti scientifici LiveScience.

Risvegliare la vita di coppia

La vita di coppia è diventato uno dei momenti più belli da affrontare nella giornata, questo perché con il susseguirsi di avvenimenti quotidiani stressanti sul lavoro e nelle amicizie, si cerca di tornare a casa con il migliore sorriso per vivere una serata tranquilla e discretamente serena insieme al proprio o alla propria partner.

Nello specifico è importante esaminare anche la sfera sessuale di una vita di coppia che cambia radicalmente nel momento in cui tra i due coniugi nasce qualche figlio. Questo perché è sempre più complicato ritagliarsi qualche spazio per se, magari per scambiarsi due effusioni o meglio per fare l’amore.

Dolore, difficile capire dall’espressione del viso quando una donna soffre

 Le donne manifestano più velatamente il dolore, riuscendo a nascondere meglio la sofferenza. Un soffrire in silenzio che traspare meno dal volto al punto che riconoscere quando una donna soffre può essere difficile.

A dirlo è un recente studio condotto da un’équipe di ricercatori afferente al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Gli autori, Paolo Riva, assegnista di ricerca, Simona Sacchi e Lorenzo Montali, ricercatori in Psicologia sociale, e Alessandra Frigerio, dottoranda di ricerca, hanno pubblicato la loro ricerca sulla rivista di divulgazione scientifica European Journal of Pain.

Shopping terapia, per gli over 65 fare acquisti allunga la vita

 C’è lo shopping che fa male, quello compulsivo, e quello che fa bene, perché stimola l’attività fisica e mantiene attivi mentalmente. Accade agli over 65 che fanno acquisti tutti i giorni di ricevere benefici quantificabili in un 27% di probabilità di morire ridotta.

Ne parla un recente studio pubblicato sulla rivista on-line di divulgazione scientifica Journal of Epidemiology Community Health, a firma dei ricercatori dell’Institute of Population Health Sciences di Taiwan. Non si parla solo di benessere psicologico quanto piuttosto anche di salute fisica.