Stress cronico: non fa bene per niente!

 

 

Quante volte ci sentiamo fiacchi ed affaticati, ma soprattutto nervosi e senza forze? Diamo spesso la colpa allo stress e pensiamo che con una semplice “vacanza” lontana dalla routine quotidiana possa magicamente passare tutto. In realtà, chi si trova ad affrontare giorno per giorno il lavoro, la casa, la famiglia, deve convivere con lo stress. L’importante, però, è cercare di non arrivare ad un livello di stress talmente alto da creare danni sia fisici che psicologici. Certo è che lo stress, soprattutto quando diventa cronico, non fa bene per niente. Ad affermarlo è uno studio condotto recentemente dagli scienziati della Duke University Medical Center di Durham in North Carolina e pubblicato online sulla rivista “Nature”.

Rientro a lavoro, come affrontarlo senza stress

 Il rientro a lavoro dopo le vacanze può risultare traumatico. Da un clima di relax, distensione e dolce far niente si passa alla ripresa di doveri, progetti da portare a termine, tensione, pressioni. Come resistere o comunque come allentare la morsa dello stress da rientro che mina il nostro equilibrio psicofisico? Abbiamo già detto in approfondimenti precedenti che tornare almeno un giorno prima della data del ritorno in ufficio è molto importante per organizzarsi e riorganizzarsi con calma, per arrivare calmi, freschi e non trafelati al momento del ritorno a lavoro.

Buoni propositi al rientro dalle vacanze

 Per chi è andato in vacanza o anche per chi è rimasto a casa o a lavoro ma avverte nell’aria quella spinta al cambiamento dell’inizio di settembre, una nuova stagione di vita, è tempo di buoni propositi. Esatto,  gli stessi che facciamo anche con l’arrivo del nuovo anno e che spesso disattendiamo non perché siano progetti irrealizzabili ma perché impostiamo male il percorso di miglioramento.
Per raggiungere gli obiettivi, infatti, servirà molta costanza, forza di volontà, autostima ed autocontrollo.

Fumatori incalliti? Provare l’efficacia della sigaretta elettronica si può per lo IEO

 

 

Già in passato abbiamo affrontato in un post l’argomento. La sigaretta elettronica è uno strumento nuovo nella lotta contro il fumo. A proposito della sua effettiva utilità, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha effettuato una ricerca in collaborazione con l’Istituto San Raffaele e il Centro Cardiologico Monzino, per valutare quanto la sigaretta elettronica possa permettere ai fumatori di abbandonare un vizio così dannoso per la salute umana. Infatti, il dispositivo sembra proprio efficace: permette di inalare un valore innocuo che dà una sensazione simile a quella del tabacco.

Disfuzione erettile? In aiuto arriva un sito web

 

 

E’ un problema molto più frequente di quanto si pensi. È sicuramente imbarazzante per i “poveri” maschietti parlarne con un medico, ma anche nell’intimità con la propria partner. Chiunque soffrirebbe di non poter soddisfare il piacere della propria compagna tra le morbide lenzuola della propria camera da letto. Ma il consiglio che viene dato è proprio quello di consultare un medico. Secondo i dati, più di un italiano su 10, il 13% degli uomini, soffre di disfunzione erettile. Ma per tutti coloro che hanno ancora delle riserve e sono troppo timidi per affrontare il proprio medico faccia a faccia, arriva in aiuto un sito internet ricco di informazioni e servizi utili per affrontare il problema: www.lillyandrologia.it.

Quella perfezione che rende infelici

 La ricerca della perfezione, forse l’unica tra le sfide che nella vita non vale la pena di iniziare perché non ci porterà ad altro che ad un inseguimento tanto vano quanto improduttivo. Per alcuni diventa un’ossessione chiamata perfezionismo, una smania di precisione, fino al più piccolo dettaglio che può mandare in crisi non solo la felicità individuale ma anche i momenti belli di condivisione, le relazioni interpersonali, per delle inezie, per una macchia impercettibile di colore nello sfondo bianco e piatto di un’esistenza creata e fondata sul tutto giusto, tutto perfetto, tutto ordinato.

Lavorare troppo fa male: attenti alla sindrome da burnout

 

 

Chi dice che il lavoro nobilita l’uomo? Certo, non possiamo fare a meno di lavorare e di desiderare il raggiungimento del successo professionale. Ma bisogna stare attenti. Eccessivo arrivismo, tempi di lavoro eccedenti la normalità non fanno altro che creare stress. A proposito di questo, sono interessanti i risultati di uno studio pubblicato su BMC Psychiatry dei  ricercatori dell’Istituto di Scienze della Salute di Aragona in Spagna. E’ emerso che la sindrome da burnout comporta tre sintomi almeno: esaurimento emotivo, cinismo e mancanza di produttività. 

A volte vince chi perde

 Durante la regata Rolex Fastnet Race 2011, svoltasi un paio di settimane fa, avrete notato come i riflettori fossero puntati non tanto sul vincitore, il trimarano di Maxi Banque Populaire, quanto su chi, il team dell’Icap Leopard, sacrificando il podio, aveva scelto di aiutare dei rivali in difficoltà, i Rambler, salvandoli da un brutto incidente che gli sarebbe costato caro. In quel caso, la squadra, messasi in cammino per vincere, ha scelto volontariamente di perdere. Oppure no. Perché si è parlato soltanto di loro, la vittoria degli altri è stata messa in ombra dal coraggio, dallo spirito di solidarietà, dall’altruismo e dal sacrificio di questi ragazzi, disposti a perdere pur di combattere per altri valori, quelli che gli imponevano di dare una mano a chi è stato travolto dalle difficoltà.

I genitori hanno paura della «Facebook-dipendenza»

 

 

Siamo nell’era dei social Network. Se avete visto il film di David Fincher, The Social Network, che racconta la storia della nascita di Facebook non sarà un mistero per voi come tutto sia nato per caso. Gli adolescenti odierni usano tantissimo il Web, per intrattenere rapporti, aumentare i propri contatti, postare le proprie foto. Il meccanismo è fortissimo e crea grande dipendenza se non si è così “attenti” da capire che la realtà vera è lontana da un modem e qualche cavo di rete. Indubbiamente Facebook è stata una scoperta rivoluzionaria e utilissima. Infatti, nel film Mark Zuckerberg dichiara:

Cambiamento, il potere del movimento

 Chi resta seduto non saprà mai quanto è alto… è il potere del movimento, dell’azione sul cambiamento, un potenziale che spesso resta nascosto, vola basso a causa di quei freni e di quelle zavorre che ci tengono incollati alle nostre certezze, seppur insufficienti a renderci felici, a farci decollare, nel timore di perdere quel punto saldo, quella sedia che ci ancora alla realtà, spesso accettata e subita passivamente senza spostarsi di un millimetro dalla morsa incalzante degli eventi. Capita spesso, quando ci si vuole alzare ed iniziare qualcosa, di autoscoraggiarsi davanti alla difficoltà di un’impresa piuttosto che convincersi che si tratti di un cammino semplice ma comunque troppo lungo per noi, i cui risultati saranno visibili dopo mesi e mesi di sacrifici e allora demordiamo.

Rischio depressione, anche l’inquinamento influisce

 

 

L’industrializzazione e l’economia contemporanea, fondata sulla continua incentivazione dei consumi di beni e servizi, hanno fatto sì che si generassero fra la popolazione sprechi e cattivi stili di vita. L’utilizzo smodato e irregolare degli autoveicoli privati, il problema rifiuti e tanti altri disagi comportano una pressione crescente sull’ambiente, a causa della miriade di sostanze di ogni tipo immesse nell’aria, nell’acqua e nel suolo.

Lavoro indipendente, ostacoli alla produttività e soluzioni

 Abbiamo affrontato, nel precedente articolo, gli errori principali che commette nella gestione del tempo chi svolge un lavoro indipendente, ovvero essere troppo indulgente con se stesso e concedersi troppi strappi e pause anche quando non ce ne sarebbe alcun bisogno o al contrario tirare troppo la corda, pretendere troppo da se stessi e cadere nel vortice della dipendenza da lavoro, sottraendo tempo prezioso alla vita sociale ed al tempo libero per lavorare fino allo stremo delle forze per se stessi. Come evitare queste due tendenze, entrambe nemiche della produttività, seppur diametralmente opposte?

Lavoro indipendente, gestire il tempo

 Chi svolge un lavoro indipendente o ha intenzione di mettersi in proprio, a questo proposito vi suggerisco di testare il vostro potenziale consultando il nostro profilo, si ritrova a dover gestire se stesso, il tempo a disposizione in modo del tutto autonomo, ha delle scadenze come tutti ma può organizzarsi come meglio ritiene opportuno. Può sembrare una passeggiata ma in realtà essere il proprio capo nasconde non pochi tranelli quando si parla di produttività e rendimento e di portare a termine un lavoro, ultimare un progetto, raggiungere degli obiettivi in tempi ben definiti.