Chiunque abbia provato la meditazione almeno una volta nella vita, anche in caso di abbandono della pratica in breve tempo, sicuramente testimonierà di aver sperimentato un cambiamento di atteggiamento, un relax davvero unico. Quel che la scienza ora ci offre, è la riprova che la meditazione può cambiare davvero la mente, o meglio modificare il nostro cervello.

Avere spesso la testa fra le nuvole può non esserci d’aiuto quando dobbiamo applicarci in qualcosa che richiede una certa concentrazione, o anche quando dobbiamo seguire, a scuola o all’università, una lezione impegnativa. Tuttavia, ciò può non essere solamente un difetto o qualcosa che ci ostacola, perchè, secondo una ricerca condotta dal Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Science, le persone che hanno spesso la mente che “vaga” tra le nubi potrebbero avere anche una più consistente memoria di lavoro, quella che ci consente di pensare a diverse cose contemporaneamente, che è collegata anche con l’intelligenza.
Generalmente, ciò che noi consideriamo “giusto” o “sbagliato”, “moralmente accettabile” o “immorale” dipende sia dal comune sentire etico della società, sia dalla nostra scala di valori. Molto, però, può dipendere anche da come la nostra mente reagisce a ciò che viene considerato ingiusto o immorale. Un recente studio, pubblicato sulla rivista “Frontiers in Evolutionary Neuroscience”, ha cercato di comprendere meglio proprio se c’era una particolare risposta del cervello a stimoli riguardanti azioni considerate come “immorali”.
Dormire bene, un appuntamento quotidiano con il riposo e la ricarica delle energie che spesso viene disatteso, ostacolato da ore piccole, lavoro serale, pensieri opprimenti che si affacciano nella nostra mente quando posiamo la testa sul cuscino, insonnia. Il risultato è che al mattino seguente, anziché di un sonno ristoratore che era quello di cui avevamo bisogno, ci ritroveremo stanchi, irritati ed irritabili, scontrosi e di pessimo umore.
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