Lavoro? Come trovarlo con i social network

Negli Stati Uniti la gran parte degli utenti del Web riesce a trovare lavoro attraverso il mondo di Internet. È quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta dal sito che si occupa di assunzioni on line, Jobvite. È emerso che l’86% di chi cerca lavoro lo fa tramite i social network. Siamo in tempi di crisi. Basta guardare all’andamento dei mercati di questi giorni per capire che non c’è niente di buono in arrivo, soprattutto per quanto riguarda il mercato del lavoro. Proprio per questo per trovare un impiego è consigliabile utilizzare gli strumenti messi a disposizione dal Web. Vi vogliamo, quindi, segnalare tre dei siti più popolati della Rete e più utili se il vostro scopo è quello di farvi notare e trovare lavoro: Facebook, Twitter e LinkedIn.

Cosa non dire ai propri figli (Parte Terza)

Altra situazione da evitare assolutamente è quella che paragona il bambino “manchevole” con il fratello o la sorella che eccelle. I figli non sono tutti uguali e la predisposizione di uno verso una passione o un hobbies non può condizionare anche l’altro. Se si paragonano i figli si finisce con il classificarli con delle etichette, come “Paolo il musicista”, “Giovanni, l’atleta” e ne risentirà di più in questo caso “Pasquale, lo scansafatiche”. Bisogna trovare cosa si addice maggiormente ad un figlio ed incoraggiarlo a perseguire la propria passione in base alle sue capacità. Altro consiglio che viene dato ai genitori è non dire ai propri figli “te l’avevo detto”.

Cosa non dire ai propri figli (Parte Seconda)

Ieri vi abbiamo spiegato l’argomento in questo post introduttivo, ma oggi vogliamo indicarvi quali sono le espressioni che i genitori non devono utilizzare con i propri figli per evitare malumori e situazioni aggressive. Anche domani troverete la terza ed ultima parte in cui affronteremo il rapporto genitori-figli. Non vogliamo con questo dipingere i genitori come dei mostri, ma indicare che molto spesso non si fa attenzione alle parole utilizzate. Quando si parla di comunicazione è molto importante la scelta di ciò che si dice, soprattutto se i nostri interlocutori sono dei bambini. Ma andiamo ad indagare le varie situazioni.

Impulsività e dipendenze? Possono dipendere da un gene

 Avere un carattere impulsivo può spesso causarci problemi, perchè può spingerci a dire cose che non pensiamo veramente o ad assumere atteggiamenti rischiosi e anche a far uso di droghe. Secondo una ricerca condotta dal professor Scott Stoltenberg, dell’Università del Nebraska-Lincoln, potrebbe esserci una predisposizione genetica all’impulsività, dovuta ad un raro gene chiamato NRXN3, che svolge un ruolo importante nello sviluppo del cervello e nel funzionamento dei neuroni.
Secondo il professor Stoltenberg, una tale predisposizione genetica, riscontrata maggiormente negli uomini, potrebbe essere legata anche al consumo di alcool e droghe:

L’impulsività è un importante meccanismo che sta alla base della dipendenza. La nostra scoperta che l’NRXN3 è parte del percorso casuale verso l’assuefazione è un passo importante per identificare l’architettura genetica di questo importante tratto della personalità”

Contro la depressione, il pensiero concreto

 Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna, l’arma vincente contro la depressione sarebbe un corso di addestramento alla concretezza. Uscire dalla depressione, non è semplice e spesso le terapie farmacologiche non sono la soluzione migliore.

Cosa non dire ai propri figli (Parte Prima)

Le parole sono importanti. Lo dichiara a voce alta Nanni Moretti in un suo film, Palombella Rossa. Bisogna stare attenti alle parole che si pronunciano. È vero che i latini dicevano “verba volant, scripta manent” (le parole volano, gli scritti rimangono). Ma in alcuni casi e soprattutto quando si tratta della gestione di certe relazioni interpersonali le parole sono fin troppo importanti. Coloro che le ascoltano possono essere feriti, condizionati, umiliati dalle nostre espressioni in base a ciò che diciamo. È per questo che oggi e anche domani vogliamo parlarvi di una delle relazioni più importanti della vita di un essere umano: il rapporto genitori-figli.

Quando è bene tagliare il cordone ombelicale?

Quand’è il momento giusto per poter tagliare il cordone ombelicale? Ce lo suggerisce una ricerca svedese i cui risultati sono stati pubblicati sul Daily Mail e sul sito web BMJ. Sembrerebbe che se si aspettano circa tre minuti prima di tagliare il cordone dopo il parto ci possono essere degli effetti positivi. Il bambino, infatti, potrebbe evitare di riscontrare problemi a livello anemico, cioè si controllerebbero meglio i livelli di ferro nel sangue. La ricerca è stata condotta su quattrocento neonati e smentisce le conclusioni che fino ad ora vedevano come fondamentale effettuare il taglio del cordone subito dopo il parto per non incorrere in casi di ittero.

Le donne? Attente all’orgasmo precoce

Molto spesso sono gli uomini a soffrire della cosiddetta eiaculazione precoce. Questo problema inibisce e dà non pochi problemi ai maschietti, anche a livello psicologico. Oggi, secondo uno studio di alcuni medici portoghesi, sembrerebbe che un orgasmo troppo veloce e rapido possa verificarsi anche per le donne. Si chiama orgasmo precoce ed è stato rivelato dalla ricerca intitolata “Female premature orgasm: Does thi exist?”. Insomma, è proprio vero? Si può parlare di orgasmo precoce perché esiste davvero?

I problemi legati allo svenimento: c’è da preoccuparsi?

Quante volte siamo svenuti nella nostra vita? Magari dopo aver effettuato le analisi del sangue, dopo un periodo di stress molto forte o quando stavamo per aspettare un bambino? Molto spesso leghiamo lo svenimento ad un problema più grave. Pensiamo sia un campanello d’allarme per qualcosa di terribile che ci sta per accadere. Proprio per questo oggi vogliamo parlarvi di recenti studi condotti dalla Società Europea di Cardiologia che ci aiuteranno a comprendere quando in realtà lo svenire è compromettente per la salute generale di un individuo e quando non è niente di così allarmante.

Rapidità nelle decisioni: dipende da quante lingue conosci

Avevamo già parlato in passato in un precedente post di quanto fosse forte l’apporto del linguaggio nella vita dell’essere umano. Addirittura in quell’occasione esponemmo una ricerca che individuava come fortissima la capacità di apprendimento del linguaggio nei bambini, già a partire dal momento in cui sono ancora nel ventre materno. Oggi, invece, vogliamo parlarvi di uno studio condotto in cooperazione tra ricercatori dell’Università Vita-Salute e dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Questi, a loro volta, hanno collaborato con enti internazionali come le Università di Londra, Barcellona e Hong Kong.

Scherzi della memoria? Colpa delle porte…

 Sarà capitato a tutti di andare da una stanza all’altra della casa, per poi dimenticarsi, improvvisamente, che cosa dovevamo fare o cercare. Alcuni ricercatori dell’Università di Notre-Dame hanno tentato di studiare meglio quest0 fenomeno, attraverso alcuni esperimenti dai quali sono giunti alla conclusione che un cambiamento di luogo anche piccolo, come può essere, appunto il passare da una stanza all’altra, può causare questi brevi vuoti di memoria.

Dieta e alimentazione: l’effetto yo-yo

Quando decidiamo di iniziare una dieta per perdere i chili di troppo riponiamo grandi speranze per tutti i sacrifici che andremo a compiere. All’inizio ci sembra tutto molto difficile, ma poi la volontà di intraprendere uno stile alimentare sano, che ci permetta di stare bene a livello fisico e a farci sentire bene a livello psicologico, ci fa passare qualsiasi paura o ansia nel continuare il percorso iniziato. Poi si iniziano a vedere i primi risultati e la soddisfazione aumenta fino a che non si arriva al risultato sperato. Purtroppo, però, in alcuni casi quando si è raggiunto l’obiettivo prefissato, si sono persi i chili di troppo, si verifica un evento contrario. Si parla di effetto yo-yo.

E voi? Quante volte cambiate i calzini?

Vi sembrerà strano il titolo di questo post. Non abbiate paura. Non è uno scherzo. Si tratta di un’indagine condotta dalla nota azienda svizzera Blacksocks, che produce calze. La stessa ha commissionato una ricerca alla GFK Switzerland per poter capire quali sono le abitudini dei cittadini di sei Paesi europei in merito a cosa indossano ai propri piedi. I sei Paesi interessati sono stati: Svizzera, Austria, Italia, Germania, Francia e Gran Bretagna. A tremila persone in ogni nazione è stato chiesto quante volte cambiano i propri calzini.

Per le donne i rapporti sessuali diventano un obbligo

Il risultato della ricerca che vi andiamo a presentare oggi non farà di certo piacere agli uomini, né tantomeno sarà confortante per le donne. Fare sesso con il proprio partner, oltre ad essere un momento intimo, è un modo per alimentare l’intesa di coppia ed è l’ennesima dimostrazione dell’amore tra due persone. Secondo un recente sondaggio condotto dalla rivista Healthy Woman, invece, la maggior parte delle donne fanno sesso soltanto perché obbligate nei confronti del proprio partner. Insomma, lo si fa più per dovere che per piacere. Ma è davvero così?