L’intelligenza emotiva è quella che vale

Cosa s’intende per intelligenza emotiva? Ci viene in aiuto D. Goleman che fa luce nei rapporti intercorrenti fra mente razionale e mente emotiva. Non è possibile tralasciare alcuna delle componenti dell’intelligenza (intellettiva ed emozionale) per lo sviluppo di un individuo sano , che sia psicologicamente equilibrato, socialmente competente e capace di stabilire corrette relazioni affettive e nel lavoro.

I sentimenti sono dunque la cartina di tornasole del nostro benessere, infatti sono fondamentali nei processi decisori della mente razionale; questi ci instradano nella giusta direzione, dove poi la logica “si mette al lavoro”, dimostrandosi  utilissima. Il sistema limbico controlla le nostre emozioni e filogeneticamente, è stata la prima zona cerebrale a svilupparsi nei mammiferi; successivamente e da questa zona, si è formata la neocorteccia che tutt’oggi è l’area cerebrale deputata ai processi di pensiero.

Essa è deputata ad integrare e realizzare quanto viene percepito dai sensi,  ai sentimenti aggiunge ciò che pensiamo di essi, è in grado di fare progetti a lungo termine e di ideare strategie cognitive. Nei primati e in particolar modo nell’uomo, il rapporto fra neocorteccia e sistema limbico è molto ‘più forte’, infatti possediamo un numero maggiore di interconnessioni cerebrali fra i due sistemi, cosa che ci consente di ottenere una gamma di risposte emozionali molto vasta e dunque un’evoluta competenza emotiva.

Luna di fiele: la crisi dopo le nozze

Dimentichiamoci il fatidico “e vissero per sempre felici e contenti”. Purtroppo non sempre le cose vanno come dovrebbero. Sembra incredibile, ma i dati statistici lo confermano: dopo il matrimonio e la luna di miele, una coppia su dieci soffre di una crisi depressiva che può essere anche di forte intensità.

La diceria: una voce che corre

Volendola rendere “plastica” , la diceria, potremmo immaginarla come una ‘voce che corre’, che si diffonde all’interno della società, nessuno ne è immune, è un po’ come una malattia, di cui tutti siamo portatori sani.

La diceria non si risparmia in fantasia, spesso cose stranissime capitano a persone sconosciute, ad amici degli amici. E’ così che sappiamo che quel tipo che si è trovato vivo in una cassa da morto e per la disperazione si è cavato gli occhi, o dell’infante rapito dagli zingari e sottratto alle braccia della madre o portato via nel grande centro commerciale.

Internet poi, è diventato il nuovo scrigno che contiene notizie e bufale, che hanno diffusione rapidissima e riguarda in particolar modo, virus da eliminare, bambini da aiutare e iniziative a sfondo filantropico. 

Naturalmente non è possibile che tutte le dicerie siano false, eppure lo sono per la maggior parte ma  la cosa più incredibile, è la nostra acriticità nell’accogliere tali incredibili racconti, così come la predisposizione inconscia a continuare a trasmettere agli altri cose di cui abbiamo consapevolezza siano infondate, non facendo nulla per opporci a questa sorta di catena di Sant’Antonio.

Se ne deduce pertanto che le dicerie sono innocue, di solito è così, ma contengono un potenziale estremamente pericoloso, possono infatti rovinare la vita e le relazioni sociali di una persona, isolarla e portarla perfino alla morte

Il fast food ci rende più stressati

Molto spesso i fast food sono stati accusati di favorire l’obesità e aumentare il rischio di malattie cardiocircolatorie. Tuttavia, alcuni ricercatori evidenziano un altro tipo di problema legato a questo stile di alimentazione: secondo gli esperti infatti i fast food ci rendono più frettolosi e impazienti, incidendo sul grado di stress presente nella nostra vita.

L’Instant Therapy per recuperare la propria vita

 

Nata in Gran Bretagna, l’Instant Therapy si sta diffondendo sempre più in Italia. Questa forma di psicologia comportamentale, permette di rilassarsi e rendere più “leggere” le giornate. Ad illustrare qualche breve passo per questa nuova terapia è stata in questi giorni la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, che ha diffuso informazioni riguardo al rilassamento attraverso esercizi in alcuni step che vi andiamo ad illustrare.
Per prima cosa, si parla di “ascolto del proprio respiro” e la dottoressa Vinciguerra scrive:

Figlio unico, è un bene?

Assistiamo e  da un pò ad uno dei cambiamenti sociali più evidenti dell’ultimo secolo e che investe la famiglia. Abituati fino a trent’anni fa ad un parentado esteso e alla struttura patriarcale, ci ritroviamo sempre più spesso oggi ad una di tipo “nucleare”, composta di pochi elementi. Infatti il numero dei figli per famiglia si è notevolmente ridotto e oggi è facile riscontrare che sempre di più coppie che decidono di avere un solo figlio, con il proposito evidente di poter curarlo con maggiore attenzione e rispondere meglio ad ogni suo bisogno.

A tutt’oggi non è possibile però ottenere un oggettivo punto di vista sul positività o meno dell’essere figli unici come del non esserlo e la risposta è semplice:  il figlio unico non può naturalmente sapere cosa signichi avere dei fratelli, così come chi li ha non può comprendere fino in fondo come ci si senta ad essere figlio unico
Del resto entrambe le condizioni presentano vantaggi e svantaggi, a seconda dell’età di riferimento.

Nell’infanzia, le “opportunità” che normalmente sono attribuite alla condizione dell’ essere figlio unico sono nella maggiore attenzione che spesso questi ricevono dai genitori e dai parenti. Da ciò ne deriva anche una serie di vantaggi materiali.

Questa è la ragione per cui alcuni considerano la condizione del figlio unico come quella di  “bambino viziato“, mentre in realtà a renderlo tale sono esclusivamente i genitori. Il gap dell’ essere figlio unico nell’infanzia, è dato dal fatto che se la famiglia non è monoreddito ed entrambi i genitori lavorano, il bambino sarà affidato alle cure di altre figure di riferimento, come i nonni o i  baby sitters. Se da una parte, il confronto con le persone adulte lo matura precocemente e ne migliora la ricchezza del vocabolario, è pur vero però che la mancanza di contatti costanti con i propri coetanei, priva questo bambino di fondamentali esperienze comunicative e sociali che hanno un peso determinante nello sviluppo emotivo e cognitivo. Per questo è molto importante inserirlo al più presto al nido.

Ritrova l’equilibrio con una vacanza olistica

 

A volte capita di fare delle vacanze che ci stancano più di un normale giorno di lavoro: percorsi estenuanti, poche ore di sonno, impegni rigidamente organizzati e attività faticose rischiano di non permetterci di sfruttare le nostre ferie per concentrarci sul nostro benessere e ricaricare le batterie. E se provassimo una vacanza olistica, all’insegna della salute di mente e corpo?

Cibo: uno sfogo che può diventare arma

 

Le donne ed il cibo da mangiare, due parole che sembrano essere discordanti, considerato che il gentil sesso risulta quello essere più spesso a dieta rispetto ai maschietti. Una nuova ricerca, ha scoperto due chicche che sono state considerate come il punto debole degli esseri umani in rosa. Parliamo del cibo e del sesso. Gli psicologi mondiali, hanno infatti lanciato l’allarme di una depressione legata molto spesso a questi due fenomeni.

 Questo perchè la donna sentirebbe più dell’uomo nel suo cuore, una difficoltà oggettiva nel vivere a 360 gradi il sesso fine a se stesso, mettendo in primo piano più un attaccamento emotivo che uno fisico, come spesso fa l’uomo. Praticamente le storie di sesso mettono a dura prova le donne, perchè vengono sempre vissute come storie d’amore e quindi l’unica tana per tentare di risollevarsi è spesso il cibo.

La patologia del giocatore dipendente o gambler

La patologia del giocatore dipendente (gambler) è tipica dell’ individuo che non ha più il controllo del proprio  divertimento al gioco, rendendo questo una necessità irrefrenabile tanto che necessita un’immediata risposta, a discapito di qualsiasi altra situazione sociale, economica e familiare.

Si tratta per lo più di giochi d’azzardo o di scommesse, i quali sono pienamente legali e nella maggior parte del mondo. Questa dipendenza è dovuta ad un disturbo che inficia la capacità di controllo degli impulsi.Vulnerabile alla tensione emotiva, il soggetto trova sollievo solo dedicandosi al gioco.
L’attività di gioco annulla qualsiasi altra condizione, intensi sono pensieri ed azioni relativi al senso di colpa e al bisogno di appagamento che solo la dipendenza sembra dare. La dinamica si ripete sempre uguale: se va male, il giocatore tenta di riguadagnare quanto perso, mentre se vince tende ad alzare la posta e a giocare sempre di più, considerandosi fortunato per quel giorno.

Ciò che rende tale ossessione insidiosa è che di solito, per recuperare quanto si è perso, si tende ad aumentare il piatto proprio nel momento in cui si sta perdendo piuttosto che quando sta vincendo. Inoltre quando il gambler tenta di non giocare, si mettono in moto una serie di sintomi da astinenza dal gioco, tra cui non sono esclusi sintomi di tipo depressivo, ansia ed aggressività.
Non è possibile un “indentikit” del soggetto specifico che può soffrire di una dipendenza da gioco.

Di solito però, si tratta di individui in cui in letenza sono presenti tratti di personalità narcisistica od antisociale. Il fragile autocontrollo e l’incapacità ad affrontare le situazioni giornaliere possono favorire il manifestarsi di tale patologia.
I giochi che inducono più facilmente ad acquisire questa dipendenza, sono quelli vi è un’immediata riscossione del premio in seguito ad una scommessa.
Maggiormente sono colpiti gli uomini in età giovanile ed intorno ai 40 anni, mentre la fascia di età delle donne è tra i 40 ed i 50 anni.

Paura di cadere? Le cadute aumentano

 

Una ricerca che ha visto impegnati i centri di Australia e Belgio, ha rilevato che gli anziani che hanno paura di cadere e farsi male, hanno realmente una maggiore probabilità di cadere. A scoprire questo pericolo, è stato dimostrato che è cresciuto anche il numero dei soggetti che non sembra a rischio perchè prende consapevolezza di questo. Lo studio è stato effettuato su ben 500 persone anziane tra i 70 ed i 90 anni, che sono stati sottoposti per alcune settimane a check up sia fisici che psicologici per accertarne le condizioni.

Lo studio, ha fatto si che in un secondo step, fossero suddivisi i soggetti in quattro gruppi partendo dal presupposto che abbiano diversi fattori di rischio sulle cadute, sulle loro ansie e le loro paure di cadere e soprattutto i soggetti a rischio depressione, e sono stati seguiti per un anno.

Natura, toccasana per la sovraesposizione tecnologica

 

Chi è che in tempi recenti riesce ad avere un distacco netto dalla tecnologia? In pochi…veramente in pochi. I tipi più nervosi, anche in vacanza quest’anno hanno dimostrato di andare a controllare la posta in continuazione e soprattutto di andare a leggere di continuo sul display del cellulare l’eventuale presenza di una chiamata oppure di un messaggio. Il termine che viene utilizzato dagli studiosi è improcrastinabile. Ciò che è superfluo viene considerato di continuo urgente, e tutto questo a seguito del continuo flusso di informazioni a cui la nostra memoria è costretta a ricorrere insieme alle capacità costanti di apprendimento.
Per affrontare questo studio, ci sono voluti 5 neuroscienziati americani, insieme ad un reporter del New York Times che hanno deciso di affrontare questa vacanza nello Utah per capire se la completa immersione nel relax e soprattutto nella natura, riuscisse ad aumentare le proprie ancolazioni d’ansia per poter rilassare la mente ed invertire tutti gli effetti negativi che lo stress da sovraesposizione tecnologica provoca negli individui. Nel gruppo dei cinque c’erano sia personaggi che credevano nell’effetto della natura sia chi non ci credeva ed era semplicemente scettico, utilizzando tranquillamente tutti i gadget tecnologici in suo possesso.

Jovanotti, la sua voce tra musica e passione

 Cosa c’è di più rilassante di ascoltare buona musica? Al mare, a casa o in ufficio, ci aiuta ad allontanarci dal tram tram quotidiano ed in alcuni casi riesce ad insegnarci qualcosa. Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, è uno dei protagonisti principali della musica italiana che, con i suoi 20 anni di successi internazionali, si è conquistato la stima di persone da tutto il mondo non solo attraverso le sue bellissime canzoni ma soprattutto grazie al suo invito all’amore ed alla solidarietà.

Stress da rientro? Sconfiggilo in 5 mosse!

Le vacanze sono volate: purtroppo la nostalgia delle ferie si lega al difficile ritorno alle vecchie abitudini. I ritmi più movimentati, il lavoro, la sveglia che suona troppo presto possono rendere i primi giorni davvero fastidiosi: per ritrovare la serenità, scopriamo come affrontare lo stress da rientro.