La diversità è ricchezza, opportunità, conoscenza di sé attraverso l’altro, lo stesso altro oggi più che mai demonizzato da modelli di paura dell’estraneo e barriere mentali tornate drammaticamente ed ideologicamente alla ribalta. Ma diversità è anche cultura, diversi modi di approcciarsi, interpretare, vivere il mondo. E a proposito di differenze culturali che influenzano lo sguardo sugli altri, ci sembra interessante proporvi i risultati di un recente studio, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica PLoS ONE, che ha esplorato le diverse reazioni di americani, occidentali per eccellenza, e cinesi, l’Oriente con la O maiuscola, ad una figura autoritaria ed autorevole qual è quella del proprio capo.
Alla vista di una foto che ritraeva sia il proprio datore di lavoro che se stessi, i cinesi hanno guardato prima il capo e soltanto dopo hanno rivolto lo sguardo sulla propria di immagine. E gli americani?
Li chiamiamo amici, genericamente, in realtà sono più che altro contatti, legami familiari, conoscenti, colleghi, parenti. Troppi, a volte, tanto da scatenare una sorta di ansia, rappresentando un vero e proprio fattore di stress da Facebook. A dirlo è un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori della Edinburgh Napier University, coordinata dalla dottoressa Kathy Charles.
Dal greco agorà, piazza e fobia, paura, l’agorafobia è la paura di ambienti non familiari, solitamente luoghi molto affollati, senza una via di fuga che possa condurre velocemente al sicuro. Piazze, assemblee molto gremite, manifestazioni, code, centri commerciali, aeroplani, autobus.
Se l’
C’è la paura di