Autostima ed effetto boss, quando il capo diventa una minaccia sociale

 La diversità è ricchezza, opportunità, conoscenza di sé attraverso l’altro, lo stesso altro oggi più che mai demonizzato da modelli di paura dell’estraneo e barriere mentali tornate drammaticamente ed ideologicamente alla ribalta. Ma diversità è anche cultura, diversi modi di approcciarsi, interpretare, vivere il mondo. E a proposito di differenze culturali che influenzano lo sguardo sugli altri, ci sembra interessante proporvi i risultati di un recente studio, pubblicato sulla rivista di divulgazione scientifica PLoS ONE, che ha esplorato le diverse reazioni di americani, occidentali per eccellenza, e cinesi, l’Oriente con la O maiuscola, ad una figura autoritaria ed autorevole qual è quella del proprio capo.

Alla vista di una foto che ritraeva sia il proprio datore di lavoro che se stessi, i cinesi hanno guardato prima il capo e soltanto dopo hanno rivolto lo sguardo sulla propria di immagine. E gli americani?

Stress da troppi amici su Facebook

 Li chiamiamo amici, genericamente, in realtà sono più che altro contatti, legami familiari, conoscenti, colleghi, parenti. Troppi, a volte, tanto da scatenare una sorta di ansia, rappresentando un vero e proprio fattore di stress da Facebook. A dirlo è un recente studio effettuato da un’équipe di ricercatori della Edinburgh Napier University, coordinata dalla dottoressa Kathy Charles.

Studio che peraltro, appena pubblicato, è già stato criticato in validità per via di una metodologia abbastanza discutibile. Gli autori hanno infatti interpellato, con un sondaggio somministrato online, un campione molto esiguo di persone, 175 studenti, per 3/4 donne, invitandoli ad esprimere i sentimenti nutriti verso il popolare social network.

Tecnostress dove nasce e come spegnerlo

Qualche giorno fa, vi abbiamo parlato delle proteine scoperte in Israele per spegnere lo stress. Oggi, torniamo a parlare di stress, ma uniamo a questo discorso, quello della tecnologia, che da un lato nasce per migliorare la nostra esistenza, mentre dall’altro potrebbe anche essere in grado di rovinarci l’esistenza.
Quotidianamente l’individuo medio, telefona, manda SMS, scrive e-mail, controlla il suo profilo sui social network ed interagisce con molti altri dispositivi elettronici. Tutta questa invasione di dispositivi, lo porta spesso al tecnostress.

Ma cos’è in realtà il tecnostress? Secondo gli psicologi americani Rosen e Weil, è l’ansia primaria di andare ad eseguire troppe cose contemporaneamente affidandoci ai mezzi tecnologici, aumentando a dismisure le cose da fare e “convincendosi” che grazie alla tecnologia ottimizziamo il nostro tempo.

La paura di diventare poveri

Tra le fobie dell’essere umano, oltre a quelle molto note e legate al mondo “vivente”, c’è anche una particolare che colpisce buona parte delle persone del globo. Stiamo parlando della paura di diventare poveri. Un uomo che ha trascorso buona parte della sua vita a raccimolare denaro per vivere una serena anzianità, molto spesso cade in depressione per l’ansia costante del diventare povero. Diventa un’ossessione e purtroppo, da recenti interviste e ricerche, viene fuori che a soffrire maggiormente di questa patologia, sono i personaggi famosi.

Eh si, proprio loro che problemi economici non sembrano averne, sono i primi ad avere paura di perdere tutto e non saper come campare. Casi noti sono stati mostrati in TV e sul web. L’ultimo di cui si parla riguarda il Re del Pop, Michael Jackson, che tra debiti, interventi estetici e problemi giudiziari, costati esorbitanti cifre al Re, sembrano proprio avere distrutto la sua psiche ed aumentato l’ansia di povertà.
La sua paura più costante era quella di finire al McDonald’s a fare il cuoco. Il tour This is it, previsto prima che morisse nel 2009, infatti serviva proprio per calmare questa sua ansia nel perdere tutto ciò che aveva e vivere da povero.

Il life coach per vivere meglio

Un tempo, ci si limitava a pensare al proprio corpo ed esisteva la figura professionale del Personal Trainer oppure del semplice Coach. Questa figura è poi migrata, verso una realtà diversa nell’ambito del lavoro ed è diventata il Coach da lavoro, che nel mondo aziendale aiuta sia il management che gli addetti ai lavori. Con il cambiamento corrente della realtà, sembra però essere diventato importante anche avere un supporto quotidiano per le decisioni di tutti i giorni, una guida che ci aiuti nel fare delle scelte per la miglioria personale, oppure per raggiungere degli obiettivi professionali e personali. Da qui nasce la figura del Life Coach.

Seppur qui in Italia si sta diffondendo solo negli ultimi tre o quattro anni, il Life Coaching è nato già negli Stati Uniti d’America alla fine degli anni ’80, e sempre più persone si rivolgono a queste persone per cambiare radicalmente l’aspetto della propria vita.

Agorafobia, la paura dei luoghi non familiari

 Dal greco agorà, piazza e fobia, paura, l’agorafobia è la paura di ambienti non familiari, solitamente luoghi molto affollati, senza una via di fuga che possa condurre velocemente al sicuro. Piazze, assemblee molto gremite, manifestazioni, code, centri commerciali, aeroplani, autobus.

Nei luoghi pubblici l’agorafobico non si sente protetto e desidera tornare a casa, al riparo, unico posto in cui, nei casi molto seri del disturbo d’ansia, si senta davvero a suo agio.
Al contrario di quanto si crede l’agorafobia non è l’opposto della claustrofobia, la paura degli spazi chiusi, perché il panico si scatena sì negli spazi aperti ma non necessariamente in tutte le occasioni in cui mancano confini ben definiti come mura, soffitti ecc.

Genitori single: come vivere con un solo amore

Per la procreazione ci vuole la coppia. Queste le parole della Chiesa al nuovo caso di attualità, che vede la proposta di affidare i bambini ai genitori single. Discorso storico che vede tante realtà insieme scontrarsi, la Legge per parlare di adozioni, la Chiesa sulla procreazione, la Psicologia per la visione completa dell’umanità etero e tante altre materie ancora.

Quello che interessa oggi a noi è però l’aspetto psicologico della presenza di un bambino dove c’è un genitore single. Seppur tempo fa, vi abbiamo parlato di quanto “a modo loro” i single stanno bene da soli, oggi ci interessa più pensare alla salute dei bambini che quelle dei singoli individui che per completare il proprio desiderio di autorealizzazione e di conseguenza, andarsi a mettere su un piano ancora più alto della gerarchia dei valori, tenta di diventare un super individuo, completando il suo percorso da solo, anche nell’avere figli e senza la base di una famiglia con dei valori storici.

Raggiungere gli obiettivi, quando l’aiuto degli altri è sconsigliato

 Nelle scelte, come nelle risposte cruciali della vita, tutto sembra giocarsi, quasi drammaticamente, oseremmo dire, sul sì e sul no. Queste due brevi parole racchiudono gli snodi principali del percorso. E così dobbiamo imparare quando è il caso di accettare, che si tratti di aiuto in un compito piuttosto che di supporto o di un sì più metaforico come l’apertura agli altri, alla fiducia, all’amore.

E poi c’è da imparare la lezione dei no che più semplicemente potremmo definire come il liberarsi da tutte quelle zavorre, costrizioni, barriere mentali, dipendenze che ci separano dal benessere psicofisico. E per quanto riguarda il raggiungimento degli obiettivi? Vale la regola del sì o la regola del no? Dipende. Stando ad un recente studio il proverbio chi fa da se fa per tre sarebbe assolutamente valido. Non amiamo molto i proverbi, troppo privi di quelle sfumature di significato che ci piacciono tanto, ma se a dirlo è una ricerca tutto cambia.

Aiutarsi a smettere di fumare

Proprio qualche giorno fa, vi abbiamo parlato della situazione psicologica presente nella testa del fumatore e dei nuovi passi da gigante che sta compiendo la medicina per aiutarci a prevenire il Cancro ai polmoni. Oggi dedichiamo ancora il nostro tempo ai fumatori, soprattutto a coloro che stanno cercando un aiuto per smettere di fumare. Anche se siamo un po’ in ritardo per i propositi di inizio anno, ogni momento è quello buono per far si che si tuteli la propria salute. C’è bisogno di volontà ed anche di un buon supporto morale, ma noi di IoValgo, vi vogliamo almeno dare qualche consiglio per evitare di continuare a rovinarsi la salute.

Come prima cosa, è indispensabile che il fumatore prenda carta e penna ed annoti una serie di motivi che lo veicolano verso l’allontanamento dal fumo e dal tabacco. Tutto quello che si sentivano di fare prima con molta forza (ad esempio le scale e le partitelle a calcetto), e che invece adesso fanno con più fatica; questo è già uno sprint in più di motivazione.

Buonumore, consigli per ritrovare il benessere psicofisico

 Se l’umore è lo specchio della condizione fisica, il buonumore corrisponde a risorse personali elevate. Ne è convinto Robert E. Thayer, docente di psicologia alla California State University che ha riassunto l’umore in 4 livelli di energia:

  1. Stanchezza tesa, stanchi e stressati;
  2. Stanchezza calma, stanchi ma non stressati;
  3. Energia tesa, stress da carico di lavoro eccessivo ma poco produttivo;
  4. Energia calma, energia senza tensione.

Thayer ha stilato una sorta di decalogo del buonumore, regole semplici da seguire che migliorano l’umore, tutte testate ovviamente e provate da studi specifici. Provare per credere!

Il viagra amato dai giovani

Oggi riportiamo un argomento che in questi giorni ha trattato El Pais, il quotidiano spagnolo più diffuso nel giorno di San Valentino. Si parla di sessualità, amore ed aiuti per il corpo. Infatti, da un’analisi di marketing e delle vendite risulterebbe che il picco degli acquisti degli innamorati per il 14 Febbraio, non sia stato rivolto a cuori, cioccolatini, pupazzoni, che già di per se mostrano il consumismo sfrenato di questa festività, ma che il prodotto più venduto sia stato: il Viagra.

La fine del romanticismo oppure bufale commerciali? Fatto sta che gli innamorati, hanno preferito far toccare l’apice della vetta con gli acquisti di due para farmaci destinati all’uso sessuale che sono Viagra (Pfizer) e Cialis (de Eli Lilly & Co). Questi prodotti nati come aiuti contro l’impotenza, sembrano essersi diffusi a macchia d’olio e purtroppo utilizzati anche dai giovanissimi per cercare di aumentare le loro prestazioni. Nulla di più sbagliato in merito secondo gli esperti, considerato che il prodotto può portare gravi problemi se si comincia ad abusarne già in età giovanile.

Cardiofobia, la paura del cuore e di soffrire di malattie cardiache

 La cardiofobia è una fobia molto specifica: la paura del cuore, dell’insorgenza di malattie cardiache, di essere colpiti da infarto. Paura che può tradursi nella convinzione di aver avvertito i sintomi di un attacco di cuore piuttosto che di una patologia cardiaca e in visite frequenti dal cardiologo, effettuando esami non necessari cui ci si sottopone al solo scopo di tranquillizzarsi.

I sintomi variano da persona a persona, sulla base del livello di paura differente, più o meno forte, e possono includere una sensazione di panico, terrore, battito cardiaco accelerato, respiro affannoso, tremori, ansia.
E ancora sudorazione, sudorazione eccessiva, nausea, gola secca, incapacità di articolare parole o frasi, stato di agitazione.

Ortoressia, quando la ricerca della perfezione rende infelici

 C’è la paura di ingrassare e l’ossessione per la perfezione dietro un disturbo alimentare di cui si parla ancora poco e certamente in misura minore di anoressia e bulimia, e che ha matrice psicologica. Parliamo dell’ortoressia, la fissazione per il cibo puro, sano e scondito, e per un fisico perfetto, che porta a depressione, carenze nutrizionali, malattie croniche.

Il termine ortoressia deriva dal greco orthos, corretto e orexis, appetito, e fu coniato nel 1997 dal medico californiano Steven Bratman che per primo descrisse il disagio nel suo libro Health Food Junkies.

Aumentano i rischi psichiatrici dei giovani

Con i numeri alla mano, possiamo dichiarare che solo all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, i casi di ragazzi con dei problemi di natura psichiatrica sono stati 191 nel 2009 e 215 nel 2010. Parliamo di dati relativi solo agli accessi al pronto soccorso. Purtroppo sembra che questo alto tasso di disturbi e problemi psichiatrici nei giovani, sia destinato ad aumentare nel tempo soprattutto tra giovani studenti. Il responsabile dell’Ospedale, ha infatti dichiarato parlando di queste emergenze, che si “presuppone una rapida risposta dell’organizzazione sociale stessa per evitare la crisi, e negli ultimi anni il fenomeno ha assunto dimensioni particolarmente significative: i dati Istat 2006 parlano di un notevole aumento a livello nazionale del numero di ricoveri di minori per disturbi psichiatrici dal 1999 al 2003“.

Ma andando ancora indietro nel tempo sembra che i dati siano ancora più preoccupanti e secondo i dati della sola Regione Lazio, nel 2005 abbiamo avuto oltre 2.500 ragazzi ricoverati in questa unità dell’ospedale.